Decreto Aiuti Bis: la politica ignora il sociosanitario non profit

ROMA , 14 SETTEMBRE – “Ieri sera il Senato ha deciso di aumentare le rette a carico delle famiglie che hanno un proprio caro anziano accolto in Rsa”.
Uneba mette in evidenza così le conseguenze del voto sul decreto legge Aiuti Bis. Come infatti ha ricordato il Forum del Terzo Settore, il testo è stato approvato senza gli emendamenti che prevedevano sostegni anche agli enti di Terzo settore.

“Negare questi sostegni- evidenzia il Comitato Esecutivo di Uneba nazionale, riunitosi oggi a Roma- agli enti che si dedicano ai più fragili, significa farli affogare, con costi dell’energia così spropositati. O volete che facciano stare gli anziani novantenni al freddo per risparmiare?”.

“Nella crisi attuale, perché gli enti non profit possano (faticosamente!) sopravvivere, sono dolorosi ma inevitabili aumenti delle rette a carico delle famiglie. Ma questi aumenti sarebbero stati molto inferiori se il Senato avesse inserito nel decreto legge Aiuti Bis gli emendamenti proposti. Dopo il voto di ieri sera, gli aumenti rischiano di essere maggiori: le famiglie degli anziani, o delle persone con disabilità, possono chiederne conto ai senatori, e ai partiti tutti”.

“Che fine hanno fatto – si domanda il Comitato Esecutivo Uneba – tutte le manifestazioni di attenzione a parole, che abbiamo ricevuto e che riceviamo da tutte le forze politiche?
Una prima risposta, amarissima, l’abbiamo ricevuta ieri sera.
Ma non ci arrendiamo. E conserviamo una ultima prospettiva. Un estremo appello, perché nella prossima, annunciata serie di misure contro il caro energia ci sia, finalmente, l’attenzione a cui il non profit e gli anziani, minori, persone con disabilità hanno diritto”.

La mancanza di sostegno agli enti non profit che si dedicano ai più fragili in questo momento così drammatico rischia di mettere a rischio la sostenibilità stessa degli enti: già ora alcuni enti hanno ridotto i servizi, in futuro i più piccoli potrebbero essere costretti a chiudere.

A comporre il Comitato Esecutivo di Uneba sono: Franco Massi (presidente nazionale Uneba) Fabio Toso (Uneba Veneto), Andrea Blandi (Uneba Toscana), Santo Nicosia (Uneba Sicilia), Marco Petrillo (Uneba Lombardia), Giuseppe Guaricci (Uneba Puglia), Fabio Cavicchi (Uneba Emilia Romagna), Giovanni Di Bari (Uneba Marche), Amedeo Prevete (Uneba Piemonte), don Pino Venerito (Uneba Campania), Giuseppe Grigoni (Uneba Liguria) e Matteo Sabini (Uneba Fvg).

Uneba è l’associazione di categoria di riferimento del non profit sociosanitario in Italia. Ha quasi 1000 enti associati, quasi tutti non profit di radici cristiane. In maggioranza strutture residenziali per anziani fragili, ma anche realtà per minori con difficoltà famigliari, bambini e adulti con disabilità, persone con problemi di salute mentale, donne vittime di maltrattamenti…

Al via il corso per Operatori Generici di Assistenza di Pia Opera Ciccarelli e Uneba Veneto

Ha preso il via lunedì 5 settembre il primo corso per OGA (Operatori Generici di Assistenza) organizzato dall’associato Uneba Veneto Pia Opera Ciccarelli con Uneba Veneto.

Si svolge di persona e online. Partecipano lavoratrici e lavoratori degli associati Uneba Veneto Pia Opera Ciccarelli e Casa Kolbe, che tramite lo spazio elearning di Uneba Veneto hanno a disposizione tutto il materiale del corso.

Il corso prevede 40 ore di teoria, di cui 31 ore per l’area igienico-sanitaria e tecnico-operativa (di cui 16 su salute e sicurezza sul luogo di lavoro, 5 ore per l’area socioculturale e legislativa, 4 ore per l’area psicologica sociale); 3,5 ore di laboratorio: movimentazione dell’anziano, alimentazione dell’anziano; 57,5 ore di tirocinio.

A questo primo percorso di formazione potrà poi fare seguito il corso per operatori sociosanitari (OSS).

L’impegno nella formazione del personale è parte della risposta di Uneba e degli enti Uneba alla grave carenza di personale del settore sociosanitario.

Appello Uneba alla politica – Bollette e tasse affondano fondazioni e associazioni

comunicato stampa

GOVERNO, PARLAMENTO, REGIONI, CANDIDATI ALLE ELEZIONI: SE CI TENETE AGLI ANZIANI PIU’ FRAGILI, E’ IL MOMENTO DI DIMOSTRARLO

Appello di Uneba, voce del non profit delle Rsa: serve un intervento immediato sul caro bollette. Perché la spesa per l’energia è spesa per la salute degli anziani.

Sul non profit un’altra tegola: le recenti modifiche al Codice del Terzo Settore portano ad un aumento di Ires Imu e Irap per le Fondazioni e Associazioni

“Se avete a cuore gli anziani più fragili dei vostri paesi e delle vostre città, ora è il momento di dimostrarlo”.
L’appello è rivolto al Governo, al Parlamento, ai candidati alle elezioni del 25 settembre e alle Regioni da Uneba, associazione di categoria e voce di centinaia di Rsa e altre strutture sociosanitarie senza scopo di lucro, che da secoli sono la spina dorsale dell’assistenza ai più fragili, presente in tutta Italia.

Uneba pensa ai 285 mila anziani che vivono in Rsa, perché solo qui trovano l’assistenza di cui la loro grande fragilità ha bisogno. Il 52% dei posti letto per Rsa in Italia è gestito da enti non profit.

Trenta mesi di pandemia hanno ferito le Rsa, e ora altre 3 preoccupazioni: i costi dell’energia, le norme fiscali penalizzanti e il blocco delle quote regionali. Senza un intervento rapido e concreto di Parlamento Governo e Regioni, centinaia di onlus affonderanno. E gli anziani, a quel punto?

1- ENERGIA – “La prima preoccupazione – illustra Franco Massi, presidente nazionale di Uneba – è il disastroso aumento dei costi dell’energia. Chiedere un sacrificio alle famiglie con un aumento delle rette sarà, purtroppo, inevitabile, ma è indispensabile un urgente sostegno pubblico. Auspichiamo un segnale già negli emendamenti al decreto Ristori nei prossimi giorni”.
“Perché – spiega Massi – nei nostri centri, nelle nostre Rsa, non possiamo abbassare il riscaldamento negli ambienti in cui vivono i nostri anziani, né, per fare un esempio, rinunciare ai letti elettrici che permettono anche ai più fragili di alzarsi. E questi sono solo alcuni esempi. La spesa per l’energia è una spesa per la loro salute. Volete tagliare sulla salute degli anziani?”

2- AUMENTO DELLE TASSE – “Dopo la pandemia e il costo dell’energia – aggiunge Massi-, i servizi non profit per i più fragili rischiano una terza botta. Arriva dalla Riforma del Terzo Settore. Le recenti modifiche al Codice del Terzo Settore, volute dal Ministero del Lavoro, portano ad un aumento di Ires, Imu e Irap per Fondazioni e Associazioni. E andiamo verso la scomparsa delle Onlus. Perché – ci rivolgiamo alle forze politiche- volete mettere in ulteriore difficoltà enti che senza scopo di lucro, da decenni se non da secoli, si dedicano con professionalità ai più fragili?”

3- QUOTE REGIONALI – “A stress della pandemia, aumento dei costi dell’energia e aumento delle tasse si somma il mancato adeguamento delle quote sanitarie. In molte parti d’Italia, il contributo che le Regioni danno alle Rsa per l’accoglienza degli anziani è fermo da molti anni. E siccome ogni altro costo ogni anno aumenta, è come se il sostegno ogni anno diminuisse. Quali Regioni avranno il senso di responsabilità di dare un sostegno all’assistenza agli anziani?”

O UN INTERVENTO, O SI AFFONDA – Se Parlamento, Governo e Regioni non dimostreranno di avere davvero a cuore gli anziani più fragili subito, le Rsa non profit continueranno ad affondare. Dopo le perdite di 2020 e 2021 per la pandemia, nel 2022, con il rincaro dell’energia, le perdite saranno per ogni posto letto in Rsa e nelle strutture residenziali per disabili da 10 a 20 euro al giorno. Si rischiano pesanti aumenti delle rette a carico delle famiglie.
Proseguire così sarebbe impossibile. Tagli ai servizi agli anziani, chiusure di enti e perdite di posti di lavoro sarebbero all’orizzonte.

Da decenni o secoli noi enti non profit di radici cattoliche ci prendiamo cura dei più fragili.
Una sola cosa chiediamo: poter continuare la nostra missione e la cura delle persone fragili.

Gioielli del Villaggio Sant’Antonio in mostra a Padova

I gioielli realizzati da 23 persone con disabilità dell’associato Uneba Veneto “Villaggio Sant’Antonio” saranno in mostra dal 1 al 15 settembre nell’Oratorio di San Rocco a Padova, con il titolo“Preziosi senza tempo – Tesori dell’anima”

I 23 artisti che esporranno partecipano all’attività trasversale denominata “AtelierArteMusicaSpettacolo” dei Centri Diurni e della Comunità Alloggio del Villaggio Sant’Antonio, condotta dell’educatrice e artista Elisabetta Valentini, con il supporto di operatori e volontari della onlus.

I gioielli sono realizzati con materiali di recupero, come lamine d’argento, pietre dure, resine sintetiche, ottone, rame, alluminio, pasta per modellare, spago, pelle, cartoncino, carta stagnola.

Contratto Uneba Veneto – Come applicare l’Elemento Variabile Territoriale

Ecco la circolare esplicativa Uneba Veneto “Misurare i Kpi (indicatori di performance) – Disciplina dell’Elemento Variabile Territoriale da erogare ai lavoratori” del 29 luglio 2022, che spiega agli enti
come applicare l’Accordo del 22 marzo 2022 nel Contratto Collettivo Regionale Uneba Veneto 2022-2024 , in particolare riguardo agli indicatori di performance (KPI).

L’Elemento Variabile Territoriale è un premio di risultato per obbiettivi periodici: ha vigenza per gli anni 2022, 2023 e 2024.  Anche gli enti non associati Uneba Veneto, se applicano il contratto Uneba, sono tenuti ad applicare la disciplina dell’Elemento Variabile Territoriale, che trova fondamento in quanto previsto nell’art.43 del CCNL Uneba.

Assunzione e formazione – Corso per Operatori Generici di Assistenza alla Pia Opera Ciccarelli

Continuano le iniziative degli enti Uneba per rispondere alla carenza di personale nel settore e garantire alle persone assistite, anziani in particolare, la qualità del servizio.

L’associato Uneba Veneto Pia Opera Ciccarelli cerca Operatori Generici di Assistenza (OGA) e offre loro un corso preparatorio al lavoro socioassistenziale, gratuito ed in orario di lavoro, con 40 ore di teoria  60 di laboratori, esercitazioni pratiche e affiancamento sul campo.
Il corso è in collaborazione con Uneba Veneto e si svolge sia in presenza che online.

Programma del corso OGA alla Pia Opera Ciccarelli

Disabilità, verso aumento dell’8,3% delle quote sanitarie

La giunta della Regione Veneto ha predisposto uno schema di delibera (dgr 63/CR) “Aggiornamento della programmazione del Fondo regionale della non autosufficienza (FRNA) per l’area della disabilità” che prevede un aumento del valore della quota sanitaria sia per i centri diurni sia per le comunità alloggio dal 1/1/22.

Questa delibera della giunta necessita, prima della eventuale approvazione definitiva, di parere della V Commissione del consiglio regionale del Veneto, che ne ha iniziato l’analisi e Uneba Veneto è anche intervenuta in audizione in V Commissione.

Il possibile aumento delle rette (+8,3% secondo lo schema di delibera di giunta) è solo parte di un generale cambiamento di scenario, che oltre alle rette interesserà anche

  • l’applicazione puntuale dei LEA nazionali (DPCM 12/1/2017)
  • parametri per accreditamento e autorizzazione (dgr 84/2007)
  • punteggi SVAMDI di riferimento per l’appropriatezza dei diversi servizi.

La delibera pertanto prevede anche una revisione degli accordi contrattuali tra le singole Aziende ULSS e enti gestori.

Per questo, e con l’attenzione anche alle novità che il PNRR porta per il settore della disabilità, Uneba Veneto organizza, esclusivamente per i suoi enti associati che gestiscono servizi per la disabilità, il webinar “L’aggiornamento della programmazione regionale per la disabilità: la dgr 63 e le proposte di Uneba Veneto”.

Si svolge giovedì 14 luglio.  Intervengono Davide Fasoli e Stefano Rizzo, componenti della delegazione Uneba Veneto al Tavolo regionale per la disabilità.

Per contattare Uneba Veneto: info.veneto@uneba.org

LA DISABILITA’ IN VENETO

A fine 2021 le persone con disabilità assistite nelle comunità alloggio in Veneto erano 2.124, nelle Rsa 1304 e nei centri attrezzati per gravi disabilità e disturbi del comportamento ad alta intensità 191; le persone con disabilità accolte nei 305 centri diurni del territorio regionale erano 6.333.

Dare più formazione a oss e infermieri, per dare ai nostri anziani fragili l’assistenza di cui hanno bisogno oggi

Uneba Veneto sugli oss “con la terza S”: sono una delle risposte all’emergenza di adesso, prendersi cura dei più fragili

“Prima di decidere se siamo a favore o meno degli operatori sociosanitari con formazione complementare o della specializzazione degli infermieri, chiediamoci se siamo a favore o meno del garantire agli anziani non autosufficienti in Veneto la migliore assistenza possibile: quella cui hanno diritto”.

Replica così il consiglio regionale di Uneba Veneto, voce di quasi 100 enti non profit che in Veneto si dedicano ad anziani, uomini e donne con disabilità, bambini fragili e famiglie in difficoltà, alle critiche alla Regione Veneto per l’introduzione della figura dell’operatore sociosanitario con formazione complementare.
Uneba Veneto ha avanzato da tempo la proposta di corsi di formazione e azioni di valorizzazione per l’operatore sociosanitario con formazione complementare, una figura disciplinata dal decreto legge 402/2021 e dall’accordo in Conferenza Stato Regioni del 16 gennaio 2003 e presente anche nei sistemi sanitari di altri paesi d’Europa e non solo.

“Gli anziani accolti nelle strutture residenziali come le Rsa – spiega Uneba Veneto – oggi sono mediamente più fragili e con patologie e cronicità più complesse che in passato: l’impegno di assistenza necessario è maggiore. E così come si sono evolute e si stanno evolvendo le strutture Uneba Veneto, è necessario che anche le figure professionali evolvano. Servono nuove e maggiori competenze. L’oss con formazione complementare è una risposta a questa esigenze, come pure lo sono le nostre proposte di percorsi di carriera e specializzazione per gli infermieri”

“Noi di Uneba Veneto proponiamo di valorizzare le figure professionali con maggiori competenze, a cui siamo pronti a dare il riconoscimento economico. Fin da luglio 2021 Uneba Veneto ha garantito un aumento di 129 euro per 14 mensilità in busta paga, da subito, ed un passaggio di livello dal 4s al 3 (pari ad altri 78 euro sul tabellare) per chi ha la qualifica di operatore sociosanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria e svolge le mansioni corrispondenti”.

“La necessità di garantire ai nostri anziani più personale e meglio formato si scontra con la gravissima carenza di infermieri. Le Università italiane negli ultimi 20 anni hanno formato 100.000 infermieri in meno del necessario. In Veneto quest’anno sarebbero serviti secondo la Regione, 4064 posti del primo anno di infermieristica e invece tra le Università di Verona e Padova ne abbiamo 1519. E i laureati in infermieristica del 2020 in Italia sono in calo del 9% rispetto al 2019. Ancora meno nuovi infermieri”.

“Da tempo insistiamo, in tutta Italia, perché le Università aumentino i posti. Ma anzitutto dobbiamo rispondere a una domanda: chi può prendersi cura di me e te che siamo autosufficienti, oggi?
Garantire l’assistenza migliore possibile agli anziani fragili è un problema da risolvere adesso, non tra anni.
E’ il nostro obbiettivo irrinunciabile e deve essere un valore di tutti, superiore ad ogni interesse di parte.
Puntare sull’oss con formazione complementare e su un potenziamento delle competenze di tutto il personale del sociosanitario è uno dei tanti interventi necessari per arrivarci”.

Professioni, tecnologia, strutture, patologie: come cambia l’assistenza ad anziani e persone fragili con il PNRR?

Venerdì 20 a Verona e su Zoom convegno con Università di Verona e Uneba Veneto

VERONA . Gli anziani e le persone fragili, in Veneto e in Italia, aumentano. I loro bisogni cambiano. C’è necessità di nuove strutture, ed anche di nuove competenze.

Le risposte del PNRR e della riforma della non autosufficienza – la relativa legge delega è attualmente all’esame del Governo Draghi – sono quelle giuste?

In che modo la tecnologia può aiutare?

Ma se continua a mancare personale, a partire dagli infermieri, che prospettiva c’è?

Se ne parlerà venerdì 20 maggio dalle 15.30 all’Università di Verona (Complesso Santa Marta, via Cantarane 24 a Verona) al convegno “Il PNRR cambia il sociosanitario, come cambiano professioni e modelli gestionali?” organizzato dal Dipartimento di Economia Aziendale di UniVr assieme a Uneba Veneto, che raccoglie quasi 100 enti non profit nelle 7 province del Veneto che si dedicano ad anziani non autosufficienti, persone con disabilità, bambini fragili.

Al convegno si può assistere sia di persona che via Zoom: in entrambi i casi è necessario iscriversi via www.unebaveneto.org

A fare il quadro del nuovo sistema sociosanitario e sanitario a cui porterà, con le sue riforme e con le sue risorse, il PNRR, sarà, al convegno di Verona, il prof. Americo Cicchetti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Il professor Angelo Mastrillo (Università di Bologna) interverrà su “Persone e professionalità nel sociosanitario”, con i dati sull’emergenza che vive il settore sociosanitario per la mancanza di operatori sociosanitari, medici, ma soprattutto infermieri. Negli ultimi 20 anni le università italiane hanno formato 100.000 infermieri in meno di quanti ne sarebbero serviti. E non per mancanza di studenti: solo negli ultimi 2 anni 18798 richieste di iscrizione ai corsi di laurea in infermieristica non sono state accolte per mancanza di posti.

Il neurologo prof. Stefano Tamburin presenterà invece dati sulla diffusione di alcune patologie e analizzerà le problematiche di gestione a seconda se chi soffre di queste patologie è a casa propria, in ospedale o accolto in una struttura protetta.Il professor Graziano Pravadelli del dipartimento di informatica presenterà esempi di come la tecnologia può essere al servizio della cura.A chiudere, l’economista prof. Giorgio Mion , sulla necessità di formulare un modello per le case di comunità, nuove strutture sociosanitarie previste dal PNRR.

Nel corso del convegno ci sarà la consegna degli attestati agli studenti che hanno completato il Corso di Perfezionamento in Management dei sistemi per i servizi sociali e sociosanitari organizzato da Università di Verona e Uneba Veneto. Attualmente è in corso la terza edizione del corso.

Emergenza infermieri e sfide del PNRR – Convegno Università di Verona con Uneba Veneto

 12 maggio, Giornata Internazionale dell’Infermiere

Mancano gli infermieri in Italia, ma negli ultimi 2 anni le università non hanno accettato  18.798 domande di iscrizione, per mancanza di corsi

Se ne parlerà il 20 maggio all’Università di Verona nel convegno organizzato con Uneba Veneto “Il PNRR cambia il sociosanitario, come cambiano professioni e modelli gestionali?”

Mancano gli infermieri in Italia, ma negli ultimi 2 anni le università hanno detto no a  18.798 domande d’iscrizione per mancanza di corsi. Un quadro denunciato da Uneba Veneto, proprio oggi 12 maggio, Giornata internazionale dell’Infermiere.

Della grave emergenza, che ha portato Uneba ad accedere anche al mercato internazionaleassumendo infermieri formati in Sud America, se ne parlerà al convegno “Il PNRR cambia il sociosanitario, come cambiano le professioni e modelli gestionali?”. L’evento è organizzato dall’Università di Verona – Dipartimento di economia aziendale – in collaborazione con Uneba Veneto. Si svolge venerdì 20 maggio dalle 15.30 alle 18.30 nel Complesso universitario Santa Marta, via Cantarane 24 – Aula SMT.06d, dove verranno, tra l’altro, presentati idati sulla situazione italiana della carenza di infermieri raccolti ed elaborati dal professor Angelo Mastrillo dell’Università di Bologna.

Dal 2001 al 2021, cioè negli ultimi 20 anni, i posti disponibili per frequentare i corsi di laurea per infermieri sono stati 309.962 a fronte di un fabbisogno stimato dalle categorie di riferimento di 410.075 e di altri 378.000 infermieri per il turnover.

Solo negli ultimi 2 anni su 43.671 domande di iscrizione agli specifici corsi di laurea ne sono state respinte 18.798 perché in eccesso rispetto al numero di posti disponibili per il primo anno.

Nello specifico per l’anno 2021-2022 ci sono state 17.394 iscrizioni su 27.658 domande presentate per cui 10.264 non sono state accettate (37%) , mentre nel 2020-2021, solo 16.013 studenti erano stati ammessi ai corsi su 24.547 domande inoltrate con uno scarto negativo di 8.534 (35%).

Se le università avessero accolto le richieste di tutti gli aspiranti infermieri, con il corso universitario di 3 anni avremmo avuto oggi almeno 14.000 nuovi infermieri.
La grave mancanza di personale qualificato si tramuta in standard assistenziali di minore qualità, in ritmi di lavoro più duri per gli infermieri in servizio, nell’aumento dei rischi per gli assistiti, nella minore possibilità di assistenza per le persone fragili o addirittura nella chiusura di interi servizi per l’impossibilità di garantire la presenza di operatori sufficienti.
Attualmente gli infermieri in Italia sono 446.055 e solo 17.394 sono gli iscritti al primo anno nei corsi di laurea dell’anno accademico 21-22 con un rapporto di 3,9% posti / infermieri.

Nello specifico, nella Regione Veneto per l’anno 2021- 2022, le categorie del comparto sanitario hanno stimato la necessità di avere 4.290 posti per i corsi di laurea, mentre le università hanno messo a bando solo 1.519 posti.

“Con il PNRR serviranno ancora più infermieri in vista dell’introduzione della nuova figura di infermiere di comunità che prevede 1 infermiere ogni 3000 abitanti, quindi, con 59,5 milioni di abitanti in Italia questo significa quasi 20 mila nuovi infermieri” dichiara il vicepresidente di Uneba Nazionale, Fabio Toso “Inoltre, si prevede 1 casa di comunità hub ogni 50 mila abitanti, e in ogni casa di comunità 7-11 infermieri. Con 1.200 nuove case di comunità, quindi, serviranno almeno altri 10.000 nuovi infermieri. La richiesta totale sale quindi a 30.000 nuovi infermieri, in un momento in cui si registra un’emergenza infermieristica già molto preoccupante” conclude Toso.

PROGRAMMA DEL CONVEGNO

  • Introduzione di Giorgio Mion, direttore del Corso di Perfezionamento in Management dei sistemi per i servizi sociali e sociosanitari, e di Francesco Facci, presidente di Uneba Veneto
  • Il nuovo welfare dopo il PNRR, nella relazione del professor Americo Cicchetti – ordinario di organizzazione aziendale nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari
  • Persone e professionalità nel sociosanitario – l’emergenza infermieri e non solo, nella relazione del professor Angelo Mastrillo – Università di Bologna
  • Tecnologia al servizio della cura, con la relazione dei professori Stefano Tamburin e Graziano Pravadelli – Università di Verona
  • I nuovi modelli organizzativi nel sociosanitario ed in particolare le case di comunità, con la partecipazione del professor Giorgio Mion dell’Università di Verona

ISCRIZIONI:

E’ possibile partecipare al convegno sia di persona sia via Zoom. Per entrambe le modalità è necessario iscriversi