Le linee guida per nuovi accessi, visite e rientri in famiglia in case di riposo, comunità e centri semiresidenziali: il comunicato stampa della Regione Veneto

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha firmato l’ordinanza che riapre le case di riposo e le strutture sociosanitarie residenziali e semiresidenziali per minori, disabili, persone con problemi di dipendenza e di salute mentale. Oggi, nel consueto punto stampa dedicato all’evolversi della pandemia, l’assessore regionale alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin ha presentato le linee guida per le strutture extra-ospedaliere emanate dalla Giunta regionale del Veneto e validate dal Comitato tecnico scientifico regionale, pubblicate in allegato all’ordinanza.
“Sono linee guida tutelanti per strutture, ospiti e familiari – ha premesso l’assessore – Visto l’andamento epidemiologico favorevole, mi auguro che con queste indicazioni e con la sottoscrizione del patto di responsabilità tra enti gestori e familiari, tutte le strutture possano riaprire a visite e a nuovi accessi e superare l’attuale fase emergenziale. Gli ospiti, e in particolare gli anziani, hanno sofferto e stanno soffrendo un pesante isolamento. Ma il mio pensiero va anche alle persone disabili delle comunità alloggio e agli ospiti delle strutture per la salute mentale, da mesi privi di contatti con la rete familiare e sociale a causa delle misure di prevenzione e contenimento dei contagi. Con queste nuove disposizioni, più snelle ma anche di maggior garanzia, la Regione fa una vera e propria assunzione di responsabilità nei confronti di strutture, ospiti e famiglie e si impegna, con un attento monitoraggio epidemiologico, ad intervenire subito con nuove disposizioni qualora si manifestino casi di infezione e reinfezione”.
“La Giunta regionale sta inoltre lavorando anche ad un provvedimento finanziario – ha aggiunto Lanzarin –  per garantire la sostenibilità economica alle strutture, i cui bilanci versano in pesante difficoltà a causa dei decessi e della chiusura per quasi quattro mesi”.
Le nuove linee guida (che sostituiscono quelle del 29 maggio per le strutture residenziali e integrano quelle emanate il 18 maggio scorso per Ceod e centri diurni) prevedono regole per i nuovi accessi – diversificate a seconda che si tratti di strutture per anziani o per altre categorie – e per le visite (quest’ultime uguali per tutte le strutture).
NUOVI OSPITI IN CASA DI RIPOSO. I nuovi accessi sono possibili solo nelle strutture che possono garantire una netta separazione degli spazi nel caso sopravvengano nuovi contagi. Prima di accogliere un nuovo ospite la struttura dovrà verificare l’assenza di segni o sintomi di malattia (“in particolare l’insorgenza improvvisa nei 14 giorni precedenti di febbre, tosse e difficoltà respiratorie”) e  che non sia stato a contatto stretto con un caso confermato o probabile di Sars-Cov-2.
Quindi, per essere accolti in una struttura per anziani i nuovi ospiti che provengono da casa dovranno affrontare un periodo di isolamento in struttura di 14 giorni e tampone nasofaringeo prima e dopo la quarantena.
Se l’anziano arriva da un  ospedale o da un’altra struttura sanitaria sarà sottoposto al tampone e accolto in un ospedale di comunità per il periodo di quarantena.
Nel caso di accesso al pronto soccorso l’anziano sarà riaccolto nella struttura di appartenenza senza obbligo di tampone.
Nel caso di visite ambulatoriali e prestazioni diagnostiche esterne le linee guida per i poliambulatori prevedono già percorsi separati rispetto agli altri utenti e quindi non sono previste misure cautelari ulteriori.
Per trasferimenti all’interno dei reparti o nuclei della stessa struttura non sono previste misure cautelari.
NUOVI OSPITI IN ALTRE STRUTTURE. Per accessi ad altre strutture socioassistenziali (comunità alloggio, case famiglia, case della salute mentale, comunità per minori o per dipendenze), l’ingresso avverrà dopo aver ottenuto l’esito negativo al tampone nasofaringeo.
VISITE. Da oggi le visite sono possibili, nel rispetto rigoroso delle norme igieniche di sicurezza (igienizzazione mani,  uso corretto mascherine chirurgiche, distanziamento interpersonale, misurazione temperatura corporea). Familiari e ospiti devono proteggersi con mascherine chirurgiche nel momento dell’incontro. Le visite di familiari, parenti e visitatori dovranno essere prenotate e sono consentite per un massimo di due persone in presenza, per un tempo definito (30 minuti), in spazi dedicati (non in camera), preferibilmente all’aperto. Le strutture dovranno conservare il registro degli accessi, verificare con un test (check-list da compilare all’ingresso) che i visitatori siano in buona salute e far firmare il patto di responsabilità.
Le visite di familiari e congiunti ai nuclei di degenza sono consentite in camera per casi particolari di emergenza autorizzati dalla struttura.
RIENTRI IN FAMIGLIA. Per gli ospiti nelle case di riposo nel caso di un eventuale rientro in famiglia scatta la medesima procedura di un nuovo ingresso da casa. Nelle altre strutture e servizi i rientri sono possibili (in particolare per i minori), previa sottoscrizione del patto di responsabilità tra la struttura e i familiari o congiunti de monitoraggio dei sintomi post-rientro: In caos di febbre o di sintomi sospetti  il minore verrà posto in isolamento precauzionale e sottoposto a tampone.
SERVIZI SEMIRESIDENZIALI. Ceod, Centri diurni, Centri Sollievo, possono riaprire per gruppi fino ad un massimo di 10 persone (prima era possibile solo per gruppetti da 5), con suddivisione delle attività per compartimenti funzionali. I nuovi ingressi richiedono l’esame preventivo del tampone nasofaringeo.
Anche per le strutture e i servizi semiresidenziali è prevista la sottoscrizione preventiva di un patto di responsabilità reciproca tra il gestore della struttura e il soggetto interessato o i familiari/congiunti, l’autodichiarazione circa la non presenza nell’ambito del proprio nucleo familiare di persone con febbre o sintomi di malattia respiratoria e l’impegno a informare la struttura nel caso in cui un componente del nucleo familiare dovesse presentare i sintomi nei giorni successivi. Anche gli operatori dei servizi semiresidenziali, al pari di quelli residenziali e degli operatori della sanità, sono sottoposti a tamponi periodici.  I servizi di trasporto da e per le strutture dovranno rispettare la distanza minima di un metro tra i passeggeri che dovranno comunque indossare la mascherina..
MISURE DI PREVENZIONE. In vista dell’autunno è prevista una campagna di prevenzione vaccinale di massa per ospiti,  operatori, fornitori, visitatori e familiari: per tutti gli ospiti delle strutture residenziali per anziani sarà avviata, con la regia del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss di riferimento e in collaborazione con medici operanti nella struttura, una specifica campagna vaccinale di recupero contro il pneumococco per tutti i soggetti non già vaccinati, in linea con le indicazioni nazionali e regionali. Sarà, inoltre, continuata e rafforzata la campagna di vaccinazione antinfluenzale stagionale. La vaccinazione  antinfluenzale è “fortemente raccomandata”, inoltre, per tutti gli operatori e per i visitatori delle case di riposo.
FORMAZIONE. Infine per tutto il personale delle strutture residenziali e semiresidenziali è previsto un massiccio piano di formazione, svolto dalla Fondazione Scuola di sanità pubblica, per favorire comportamenti corretti e adottare le migliori prassi per prevenire eventuali focolai e gestire al meglio una eventuale ripresa dei contagi.

Comunicato Stampa Regione del Veneto, 22 giugno 2020

Avviso pubblico EduCare, fondi per progetti educativi per minori

Anche organizzazioni senza scopo di lucro nella forma di Enti del terzo settore ed enti ecclesiastici e religiosi e scuole di infanzia paritarie possono partecipare all’Avviso pubblico EduCare proposto dal Dipartimento per la famiglia.
Ci si può candidare fino al 31 dicembre 2020 per proporre interventi di educazione non formale e informale e di attività ludiche per l’empowerment dell’infanzia e dell’adolescenza, della durata di sei mesi, che servano a “ridurre il divario ludico ed educativo generato dalla necessità di contenimento del coronavirus”.

Avviso pubblico EduCare – Ecco come partecipare

Quattro, ricorda vita.it, sono gli ambiti tematici:

A. promozione della cittadinanza attiva, del coinvolgimento nella comunità, e della valorizzazione del patrimonio culturale locale;
B. promozione della non-discriminazione, dell’equità e dell’inclusione sociale e lotta alla povertà educativa;
C. promozione della piena partecipazione e del protagonismo dei bambini e dei ragazzi attraverso l’educazione tra pari (peer education) e il sostegno del dialogo intergenerazionale tra bambini, ragazzi, adulti e anziani e le loro famiglie;
D. tutela dell’ambiente e della natura e promozione di stili di vita sana

Il finanziamento non sarà superiore a 150 mila euro. Il progetto che si presenta deve valere almeno 35 mila euro.

“Le risorse finanziarie – spiega l’Avviso Educare- sono assegnate ai progetti ritenuti ammissibili e valutati positivamente sulla base dell’ordine cronologico di presentazione, secondo la procedura a sportello”.

Fonte www.uneba.org

Mancano oss e infermieri: le proposte di Uneba Veneto

In Veneto c’è carenza di infermieri e operatori sociosanitari.

Un problema che esiste da tempo, e che da tempo Uneba Veneto segnala. Con la pandemia, il problema si è aggravato, specie per le strutture sociosanitarie.

Per gli enti associati Uneba, che hanno come missione l’assistenza ai più fragili, la qualità del nostro servizio si fonda sulla qualità umana e professionale del nostro personale: operatrici sociosanitarie e infermiere sono due dei volti che devono avere i nostri valori.

Per questo Uneba Veneto propone  alcune proposte e piste di lavoro per ovviare alla carenza di infermieri e operatori sociosanitari in Veneto.

 

L’Uneba fa la forza, 53 mila mascherine in arrivo per gli enti

Le strutture per anziani di Uneba Veneto si alleano per garantire la sicurezza dei propri dipendenti e dei propri ospiti. E visto che altri canali risultano impraticabili, acquistano autonomamente, e a spese proprie, i dispositivi di protezione individuale necessari.

Sono arrivate nei primi giorni di maggio 28 pacchi da 1000 di mascherine FFP2: in tutto 28 mila. Arriveranno a breve 25 mila mascherine chirurgiche. In tutto:53 mila

Il fornitore, in entrambi i casi, è cinese.

In tutto 53 mila mascherine, che saranno distribuite fra i circa 30 enti, associati Uneba Veneto e non solo, che si sono consorziati.

Ancora una volta, l’unione ha fatto la forza: se le strutture per anziani si fossero mosse singolarmente, i loro ordini sarebbero stati troppo ridotti per per potersi rivolgere al fornitore cinese e spuntare un prezzo ragionevole.

A completare l’ordine per conto di tutti gli enti è stata Daniela Piccoli, direttrice dell’ente associato Uneba Veneto Sedico Servizi di Sedico, provincia di Belluno.

Le mascherine sono in deposito alla Sedico Servizi. Ogni ente, per ritirare quelle che ha ordinato, può contattare Piccoli allo 0437 852013 o d.piccoli@sedicoservizi.it

Le mascherine FFP2 sono quelle che usa il personale che è a più stretto contatto con gli anziani, come gli operatori sociosanitari delle strutture o chi si dedica all’assistenza domiciliare.

Un particolare ringraziamento ad Angelo Dainese ed a Dainese Group  per la fondamentale collaborazione.

Fonte www.uneba.org