Decreto Cacer – Comunità energetiche rinnovabili, un’opportunità per gli enti Uneba

Risparmio sui costi dell’energia, produzione di energia rinnovabile, sostegno al welfare: queste le prospettive del progetto “Le CACER per un sistema di cooperazione energetica fra Terzo Settore, Imprese e Enti locali in Veneto” promosso da Unioncamere Veneto insieme con AsVeSS – Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile e con la collaborazione di Community-CER.
Uneba Veneto promuove tra i suoi associati questo progetto, nato a seguito delle novità portate dal decreto sulle Configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile (decreto del Ministero dell’ambiente 414 del 7.12.2023)
Gli enti Uneba Veneto interessati a partecipare agli incontri di presentazione del progetto nelle varie province del Veneto possono contattare la segreteria Uneba Veneto a info.veneto@uneba.org

 

“Il Progetto ‘Le CACER per un sistema di cooperazione energetica fra Terzo Settore, Imprese e Enti locali in Veneto’ intende favorire una maggiore conoscenza e consapevolezza sulle opportunità della transizione energetica da parte di imprese, enti del Terzo Settore ed enti locali – spiegano a www.uneba.org Matteo Mascia e Federico Zanon di AsVeSS-. L’obiettivo è di promuovere la cooperazione tra questi diversi attori locali per produrre e consumare energia rinnovabile nel territorio per sostenere servizi essenziali di welfare, in ambito sociosanitario, sportivo e culturale”.

Quali sono le nuove prospettive per gli enti del Terzo Settore con il decreto CACER?
“Il decreto CACER apre nuove opportunità per gli Enti del Terzo Settore che si riconoscono nei valori e negli obiettivi alla base del modello delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), come l’inclusione sociale, lo sviluppo locale e una transizione energetica equa.
Questi enti possono contribuire al welfare territoriale sfruttando gli incentivi destinati ai sistemi di produzione di energia rinnovabile, sostenibili sia da un punto di vista tecnologico sia a livello di impatto sociale, aiutando a contrastare la povertà energetica e sostenere le fasce più deboli della società”.

Il progetto riguarda solo gli enti del Terzo Settore che sono anche produttori di energia (es. perche’ hanno i pannelli fotovoltaici…) o anche quelli che sono solo consumatori?
“Il progetto coinvolge sia gli enti che producono energia sia quelli che si limitano a consumarla. Ma non solo, possono aderire alla CER anche enti che non sono inseriti né come produttori né come consumatori diretti, ma che possono comunque beneficiare delle attività di welfare territoriale finanziate con gli introiti della comunità energetica”.

Qual è il beneficio economico per gli enti del Terzo Settore? È possibile stimare il possibile risparmio sui costi dell’energia?
“Il risparmio sui costi energetici può essere stimato solo conoscendo i profili di consumo della singola struttura e, in caso di CER, le modalità di distribuzione degli introiti concordate e stabilite dallo statuto. In generale, maggiore è la coincidenza tra i consumi dell’ente e la produzione fotovoltaica nelle ore di sole, maggiore sarà il risparmio economico.
Un ente produttore di energia potrà in primo luogo beneficiare direttamente dell’autoconsumo, mentre un ente consumatore riceverà una quota di incentivo proporzionale al proprio contributo all’energia condivisa, riducendo così i costi complessivi energetici.
Nel caso di autoconsumo a distanza (una delle tre configurazioni CACER), il beneficio economico può essere stimato semplicemente conoscendo il profilo di consumo di energia elettrica, essendo l’unica variabile che influisce sulla determinazione della tariffa premio.
Va inoltre considerato che il contributo CACER in conto capitale, finanziato con fondi PNRR, al momento rivolti ai comuni con meno di 5 mila abitanti, riduce i tempi di ritorno dell’investimento per la realizzazione di impianti fotovoltaici, permettendo comunque l’autoconsumo diretto dell’energia autoprodotta, indipendentemente dai vantaggi aggiuntivi offerti dalla CACER.
Infine, gli Enti del Terzo Settore godono di un trattamento favorevole, poiché possono beneficiare interamente degli incentivi derivanti dal proprio autoconsumo virtuale e non sono soggetti al limite del 55% sulla tariffa premio come invece accade per le imprese”.

Quali sono le principali attività del progetto e come possono partecipare gli enti Uneba?
“Le attività si articolano, in una prima fase, con la realizzazione di incontri informativi, formativi e di progettazione partecipata, per promuovere una maggiore conoscenza delle opportunità della transizione energetica e far emergere esperienze e buone pratiche già in essere a livello territoriale e, in una seconda fase, con un’azione di coinvolgimento e assistenza territoriale ai soggetti che aderiscono al progetto a supporto del loro percorso di transizione energetica. È prevista poi l’elaborazione di materiali e strumenti per lo sviluppo di sistemi di energia rinnovabile a sostegno del welfare territoriale che saranno messi a disposizione di tutte le realtà interessate”.

Primi aiuti al sociosanitario nel decreto Aiuti Ter – Uneba trova ascolto nella politica

Il decreto Aiuti Ter approvato dal Consiglio dei Ministri di venerdì 16 settembre  contiene anche delle misure di sostegno agli enti del sociosanitario e al Terzo Settore.

“Con il decreto Aiuti Ter – ha fatto sapere il Governo –  arriverà uno stanziamento di 400 milioni per il Servizio Sanitario Nazionale, suddiviso tra le regioni e province autonome per far fronte ai rincari nel settore ospedaliero, comprese Rsa e strutture private”.

Per analizzare nel dettaglio i provvedimenti di interesse degli enti, ed eventuamente esprimere una valutazione, Uneba attende la pubblicazione del testo definitivo del decreto.

Senza dimenticare che si tratterà comunque di un decreto legge, che quindi Camera e Senato dovranno convertire in legge il decreto legge entro due mesi,e  potranno modificarlo.

Restano importanti, comunque, le manifestazioni di attenzione e i segnali di attenta considerazione registrati dopo il nostro appello alla politica in vista delle elezioni e dopo la nostra protesta a seguito del mancato inserimento del settore sociosanitario tra i beneficiari del decreto legge Aiuti bis.

“Ci fa molto piacere – ha dichiarato il senatore Gilberto Pichetto di Forza Italia, viceministro allo sviluppo economico –  che nel Dl Aiuti ter, facendo seguito alle nostre richieste, il terzo settore e soprattutto gli enti socio-sanitari che operano nel mondo della cura degli anziani possano avere i ristori che meritano. Adesso la tappa ulteriore sarà andare incontro all’appello di Uneba che denuncia l’aumento delle rette a carico delle famiglie che hanno un proprio caro anziano accolto in Rsa: Forza Italia presterà particolare attenzione a questa situazione”.

“In queste settimane ho raccolto sul territorio la preoccupazione del mondo del terzosettore e delle RSA per il caro bollette. Per questo, insieme a tutti parlamentari del PD, abbiamo chiesto al Governo un intervento urgente. L’esecutivo ha accolto la nostra proposta e nel Decreto aiuti ter sono stati stanziati i primi 120 milioni di euro”, scrive  su Facebook il senatore Alessandro Alfieri (PD)

“Chiediamo al Governo -aveva dichiarato prima dell’approvazione del  Decreto Aiuti Ter il senatore Antonio De Poli (Udc) -di inserire i  sostegni al Terzo settore nel decreto aiuti ter. Abbiamo il dovere di supportare e aiutare coloro che si occupano delle persone più in difficoltà come anziani, persone con disabilità e minori. Parliamo di realtà che garantiscono la coesione sociale  del Paese e nei territori”.

“La tutela dei beni comuni e delle persone, cioè le nobili missioni degli enti non profit, non può essere penalizzata rispetto alle attività delle imprese profit. Serve sanare questa ferita nel Decreto Aiuti Ter”, aveva dichiarato la deputata Elena Carnevali (Partito Democratico)

“Gli organismi di rappresentanza del Terzo Settore, e in particolare quelli delle RSA,hanno ragione a lamentare l’assenza, entro l’attuale decreto (…) di ristori contro il caro bollette per gli enti non profit”, aveva dichiarato, al momento della discussione del decreto Aiuti Bis, Stefano Lepri, responsabile del Terzo Settore per il Partito Democratico.

Costanti sono stati anche i contatti e il dialogo con la deputata Silvana Comaroli (Lega Nord), presidente dell’associato Uneba Fondazione Soncino, cheaveva incontrato Uneba e Aris; il senatore Antonio Misiani (Partito Democratico).

“Condivido e rilancio l’appello di Uneba”, aveva dichiarato Patrizia Baffi, consigliera regionale di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia.

Condivido e faccio mie le preoccupazioni di Uneba: la politica ha ignorato il Terzo Settore sociosanitario”, aveva scritto Emanuele Alecci, candidato al Senato per il Partito Democratico.

Le deputate del Partito Democratico Alessia Rotta e Beatrice Lorenzin hanno visitato l’associato UnebaVeneto Pia Opera Ciccarelli,  la cui direttrice Elisabetta Elio ha ripetutamente rilanciato l’appello di Uneba. Mentre recente è anche la visita del sottosegretario Andrea Costa (Noi Moderati) al Villaggio del Ragazzo, associato Uneba Liguria

(Se abbiamo dimenticato qualche pubblica presa di posizione in difesa dell’appello di Uneba di deputati o senatori, scriveteci a info@uneba.org e aggiungiamo)

Decreto Aiuti Bis: la politica ignora il sociosanitario non profit

ROMA , 14 SETTEMBRE – “Ieri sera il Senato ha deciso di aumentare le rette a carico delle famiglie che hanno un proprio caro anziano accolto in Rsa”.
Uneba mette in evidenza così le conseguenze del voto sul decreto legge Aiuti Bis. Come infatti ha ricordato il Forum del Terzo Settore, il testo è stato approvato senza gli emendamenti che prevedevano sostegni anche agli enti di Terzo settore.

“Negare questi sostegni- evidenzia il Comitato Esecutivo di Uneba nazionale, riunitosi oggi a Roma- agli enti che si dedicano ai più fragili, significa farli affogare, con costi dell’energia così spropositati. O volete che facciano stare gli anziani novantenni al freddo per risparmiare?”.

“Nella crisi attuale, perché gli enti non profit possano (faticosamente!) sopravvivere, sono dolorosi ma inevitabili aumenti delle rette a carico delle famiglie. Ma questi aumenti sarebbero stati molto inferiori se il Senato avesse inserito nel decreto legge Aiuti Bis gli emendamenti proposti. Dopo il voto di ieri sera, gli aumenti rischiano di essere maggiori: le famiglie degli anziani, o delle persone con disabilità, possono chiederne conto ai senatori, e ai partiti tutti”.

“Che fine hanno fatto – si domanda il Comitato Esecutivo Uneba – tutte le manifestazioni di attenzione a parole, che abbiamo ricevuto e che riceviamo da tutte le forze politiche?
Una prima risposta, amarissima, l’abbiamo ricevuta ieri sera.
Ma non ci arrendiamo. E conserviamo una ultima prospettiva. Un estremo appello, perché nella prossima, annunciata serie di misure contro il caro energia ci sia, finalmente, l’attenzione a cui il non profit e gli anziani, minori, persone con disabilità hanno diritto”.

La mancanza di sostegno agli enti non profit che si dedicano ai più fragili in questo momento così drammatico rischia di mettere a rischio la sostenibilità stessa degli enti: già ora alcuni enti hanno ridotto i servizi, in futuro i più piccoli potrebbero essere costretti a chiudere.

A comporre il Comitato Esecutivo di Uneba sono: Franco Massi (presidente nazionale Uneba) Fabio Toso (Uneba Veneto), Andrea Blandi (Uneba Toscana), Santo Nicosia (Uneba Sicilia), Marco Petrillo (Uneba Lombardia), Giuseppe Guaricci (Uneba Puglia), Fabio Cavicchi (Uneba Emilia Romagna), Giovanni Di Bari (Uneba Marche), Amedeo Prevete (Uneba Piemonte), don Pino Venerito (Uneba Campania), Giuseppe Grigoni (Uneba Liguria) e Matteo Sabini (Uneba Fvg).

Uneba è l’associazione di categoria di riferimento del non profit sociosanitario in Italia. Ha quasi 1000 enti associati, quasi tutti non profit di radici cristiane. In maggioranza strutture residenziali per anziani fragili, ma anche realtà per minori con difficoltà famigliari, bambini e adulti con disabilità, persone con problemi di salute mentale, donne vittime di maltrattamenti…