Zero contagi nelle case di riposo padovane. A fine 2020 i positivi tra gli ospiti erano 841
Il Gazzettino, 13 aprile 2021
LA SITUAZIONE PADOVA «Metti un po’ di musica leggera perché ho voglia di niente, anzi leggerissima…». La canzone è uno dei tormentoni dell’ultimo Sanremo, il video è montato e condiviso sui social dalla casa di riposo di Montagnana. I protagonisti sono gli anziani ospiti che ridono, ballano e festeggiano pure le 105 candeline di nonna Caterina. È l’immagine simbolo di quello che la dottoressa Daniela Salvato, direttrice facente funzione dei servizi sociosanitari dell’Ulss, definisce «un altro pianeta». Rispetto a tre mesi fa nelle 37 strutture della provincia di Padova è cambiato davvero tutto. Se a fine anno gli ospiti positivi erano 841 su un totale di 4.340, ora sono zero. L’ultimo contagiato, in una casa di riposo dell’Alta Padovana, si è appena negativizzato. Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza, dunque, le residenze per anziani sono totalmente Covid free. In un anno gli ospiti padovani morti dopo esser stati colpiti dal Covid sono stati 620 ma attenzione: negli ultimi due mesi i decessi sono stati solo un paio perché la tragica striscia di lutti si è arrestata a inizio febbraio. È l’effetto della campagna vaccinale partita il 31 dicembre da Pontelongo e completata lo scorso febbraio. Oggi risultano vaccinati oltre il 95% degli anziani (restano fuori solamente quelli che hanno avuto il Covid negli ultimi tre mesi) e il risultato è sotto gli occhi di tutti: ad un anno dall’inizio della strage, con il primo grande focolaio al pensionato Scarmignan di Merlara, ora le case di riposo sono blindate e davvero in sicurezza. Gli ospiti vengono vaccinati e i nuovi anziani vengono messi due settimane in isolamento per evitare eventuali contagi. Le visite dei familiari restano sospese.
I LAVORATORI È molto positiva anche la situazione degli operatori sociosanitari. Nelle 37 strutture lavorano complessivamente 3.469 persone (principalmente infermieri e oss ma anche psicologi, fisiatri, fisioterapisti, educatori, cuochi e altre figure professionali): oggi i contagiati sono solamente 7. La campagna di vaccinazione è in capo al Dipartimento di Prevenzione guidato dalla dottoressa Ivana Simoncello. L’Ulss Euganea non ha reso noto i numeri ufficiali sui lavoratori vaccinati, ma i sindacati parlano di un dato che supera la soglia dell’80 per cento con un aumento nell’ultima settimana dopo l’annuncio da parte del premier Draghi del nuovo decreto che impone l’immunizzazione. Proprio ieri mattina l’Ulss Euganea ha inviato alla Regione gli elenchi con i nominativi e i codici fiscali di tutti coloro che lavorano nelle 350 strutture socioassistenziali della provincia di Padova (case di riposo ma anche residenze per disabili, malati psichiatrici e molti altri tipi di fragilità). Spetterà poi alla Regione fare il controllo incrociato per verificare quanti sono quelli che non sono stati ancora vaccinati, verificandone il motivo e facendo eventualmente scattare l’applicazione del decreto che obbliga la vaccinazione per chi lavora a contatto con i pazienti.
LO SPIRITO «È davvero un altro pianeta, un altro mondo – sorride la dottoressa Salvato – Oggi nelle case di riposo il clima è decisamente più sereno. Nell’ultimo anno abbiamo passato giorni difficilissimi e la speranza è davvero quella di aver messo in sicurezza ogni struttura. Abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare strenuamente per questo obiettivo». Soddisfatto per la situazione sanitaria anche Michele Roveron, segretario della Cisl Funzione pubblica di Padova e grande conoscitore di queste realtà: «Le strutture sono finalmente libere dal virus e questo è un passo molto importante. Permangono ancora alcuni importanti problemi come quello legato alla carenza di infermieri. Per quanto riguarda la possibilità di riaprire alle visite dei familiari, sarebbe bello ma il rischio di contrarre il virus è ancora elevato: con il vaccino viene ridotta la sintomatologia ma non viene azzerata la possibilità di essere infettati. Per riaprire serve trovare modalità certe e uniformi». Proprio ieri le sigle Spi, Uilp e Fnp hanno lanciato l’allarme a livello regionale: «Le case di riposo venete hanno perso l’otto per cento del totale degli ospiti a causa della pandemia». Ora, passo dopo passo e vaccino dopo vaccino, si può tornare a sorridere. E, come Montagnana insegna, si può pure tornare a ballare.