Vittorio Veneto. 79 decessi da gennaio a maggio al Cesana Malanotti, se ne parla in consiglio comunale
La Tribuna di Treviso, 6 maggio 2020
VITTORIO VENETO. Addirittura 79 i morti all’Istituto Cesana dal 1° gennaio al 4 maggio. Lo ha riferito ieri sera il sindaco Antonio Miatto in consiglio comunale, aperto da una mozione del Pd e nel corso del quale l’europarlamentare Toni Da Re ha chiesto la convocazione, in una prossima seduta dell’assessore regionale Lanzarin, del direttore generale dell’Usl, Benazzi, del presidente dell’Ipab Castro e della direttrice Tonon. Cinque decessi ci sono stati nella sede staccata di San Vedemiano. Non si conosce il numero dei morti certificati Covid.
TUTTI I NUMERI
Erano 11 sino a fine marzo, probabilmente sono una buona parte dei 35 deceduti di aprile, due degli anziani erano ricoverati in ospedale. Attualmente la casa di riposo ha ancora 47 ospiti itivi. Quanto al solo Comune di Vittorio Veneto, i defunti sono 20, 78 i guariti, una decina ai domiciliari, un’altra decina in quarantena, 5 i ricoverati, E a proposito di ospedale, il direttore Benazzi ha confermato al sindaco che il presidio di Costa sta ritornando gradualmente alla normalità. Un ritorno che si completerà all’inizio della prossima settimana, mentre rimarranno attivi 4 posti di terapia intensiva (sistemati, per adesso, in due sale operatorie). Molto pesante l’attacco portato dalla Lega al vertice del Cesana, a cui, invece, la mozione del Pd non attribuiva la responsabilità diretta.
L’ATTACCO DI DA RE
Il consigliere Da Re ha confermato di aver chiesto il commissariamento dell’Istituto ed ha spiegato tutte le spese legali affrontate dal cda presieduto da Maurizio Castro per oltre un milione e 101 mila euro. Ha reso noto che il Cesana ha perso il ricorso al Tar contro il diniego dei 200 posti letto aggiuntivi deciso dalla Conferenza dei sindaci e dall’Usl. Ha precisato che lo stesso Cesana si è appellato adesso al Consiglio di Stato. Contro la dirigenza e la presidenza della casa di riposo sono intervenuti anche l’assessore Antiga e il consigliere Gomiero, denunciando, tra l’altro, la difficoltà che il Cesana ha avuto nel reperimento di dispositivi di protezioni. Da Re: «Quante mascherine avrebbero potuto acquistare se avessero risparmiato almeno una causa legale?». La mozione del Pd non è passata. Neppure le liste Rinascita Civica e Partecipare l’hanno votata, mentre un’adesione unanime aveva ricevuto la mozione dei ‘civici’ votata nella seduta di lunedì sera.
Il documento era stato illustrato da Barbara De Nardi, già assessore della giunta Tonon, che aveva invitato l’assise municipale a non cercare responsabilità, al limite del penale, sostituendosi ad un compito che è semmai compito proprio della magistratura. Ma proprio ai giudici si è rivolto il consigliere Gomiero perché procedano con opportune indagini. Se è per questo – ha rilevato l’ex sindaco Tonon – ci sono stati i carabinieri del Nas e lo Spisal e, a quanto hanno riferito i giornali, non sono stati rilevati problemi.
DUBBI SULL’UNITà DI CRISI
Per Alessandro De Bastiani al Cesana non avrebbero funzionato l’Unità di crisi e la taske force, mentre analoghe problematiche non si sono rivelate alla sede di San Vendemiano.
L’assemblea municipale ha affrontato anche il nodo di piazza Meschio, in una dialettica tra l’assessore Bruno Fasan e l’ex sindaco Roberto Tonon del Pd.