Rovigo. Caso Iras, Frigato (Rovigo si Ama): L’istituto va trasformato da Ipab ad Azienda di servizi alla persona

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Il Gazzettino, 26 marzo 2024

IL PROBLEMA ROVIGO Il caso Iras continua a tenere banco. Sia dal punto di vista politico che amministrativo. Ieri mattina, infatti, proprio su Iras si è svolta una riunione a Palazzo Nodari tra il commissario straordinario Gianfranco Tomao, i due subcommissari Fabrizio Cesarino e Francesco Pisani, il segretario generale Alessandro Ballarin, l’avvocato civico Marco De Giorgio e le dirigenti ai Lavori pubblici e ai Servizi sociali, Marzia Rizzi e Valeria Orna, nel corso della quale è stato affrontato anche il tema di come procedere riguardo alla sentenza del Tar che ha sconfessato su tutta la linea l’operato dell’amministrazione guidata da Edoardo Gaffeo. Al vaglio c’è l’eventualità di impugnare la sentenza ricorrendo al Consiglio di Stato, anche se il commissario Tomao ha spiegato che al momento non è stata persa alcuna decisione in merito e che ci saranno altri incontri.
TENTATIVO DI CONCILIAZIONE Intanto, giovedì Tomao parteciperà personalmente alla riunione per il tentativo di conciliazione convocata dal prefetto Clemente Di Nuzzo dopo la proclamazione dello stato di agitazione da parte di Fp Cgil e Uil Fpl. Sul fronte politico, dopo l’uscita delle liste civiche e del Movimento 5 stelle, che sostengono la candidatura di Gaffeo e le repliche di Lega e Pd, lo stesso Gaffeo interviene ma per rispondere solo al candidato sindaco della lista Rovigo Si Ama Federico Frigato, che aveva detto: «Noi abbiamo un’idea per salvare Iras e Casa Serena, per fermare la privatizzazione e mantenere i posti di lavoro: l’istituto va trasformato da Ipab ad Azienda di servizi alla persona, soluzione è da anni applicata in Emilia Romagna».
L’ex sindaco risponde duro: «Sfatiamo un mito: non è vero che una campagna elettorale sia l’occasione giusta per giocare a chi la spara più grossa. Al contrario, dovrebbe essere il momento nel quale si presentano ai propri concittadini proposte serie e credibili, sapendo di cosa si parla. Credo sia utile ricordare che l’Emilia Romagna è una regione diversa dal Veneto e nell’ambito socio-sanitario-assistenziale questo conta, ma proprio tanto: ha adottato una legge di riforma delle Ipab nel lontano 2003, ripresa poi da una delibera del Consiglio regionale l’anno successivo, con la quale si procedeva alla “trasformazione delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza in Aziende pubbliche di servizio alla persona. Pretendere di applicare una soluzione a un comune del Veneto senza che la norma qui vigente lo consenta, è semplicemente impossibile. Almeno fino a quando la Regione non riterrà essere arrivato il momento di approvare la legge regionale di riforma delle Ipab di cui si discute da almeno una ventina d’anni, ma che finora non è mai approdata in aula. Se anche fosse, ipoteticamente, percorribile la costituzione di una nuova società di capitali di proprietà al 100% del Comune, affinché questa gestisca i servizi socio-assistenziali tipici di una Rsa, il tema del personale dovrebbe essere affrontato solo dopo la liquidazione di Iras perché solo così sarebbe possibile invocare la “clausola sociale” che consentirebbe di preservare gli attuali contratti di lavoro, trasferendoli alla nuova realtà».
LIQUIDAZIONE PREVENTIVA Gaffeo sottolinea che «la liquidazione preventiva di Iras la può decidere solo la Regione, non il Comune di Rovigo. E se anche questo accadesse ci si imbatterebbe nelle prescrizioni degli artt. 4 e 5 del Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica, così come modificati dall’art. 11 della Legge 118/2022. Senza entrare nei tecnicismi, è necessario chiarire in via preventiva alla Corte dei Conti per quale motivo si propone di liquidare una società pubblica per aprirne al suo posto un’altra, che fa esattamente le stesse cose. Iras ha deciso di abbandonare Casa Serena, continuando a erogare i propri servizi solo presso il centro di San Bortolo, in quanto Casa Serena costituiva un centro di costo anti-economico, attorno ai 400mila euro di perdite secche su base annua. Per ristrutturare e rifunzionalizzare Casa Serena servono circa 30 milioni di euro».

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