Minerbe. Alla scuola dell’infanzia Manzoni pet therapy per tornare alla normalità post-Covid

Argomento:
Provincia:

L’Arena, 1 aprile 2022

La pet therapy, finora impiegata a scopo riabilitativo e relazionale per persone anziane, malate e disabili, entra ora anche all’asilo. L’obiettivo? Consentire ai bambini di riallacciare i rapporti interpersonali e ritrovare quella normalità fortemente compromessa nei due anni segnati dall’emergenza Covid.
Alla scuola d’infanzia «Cherubina Manzoni» di Minerbe è stato avviato un interessante progetto che vede coinvolti i 66 iscritti delle tre sezioni, di età compresa tra i tre e i cinque anni, e quattro magnifici cani di razza epagneul breton: Jhonny, Muffy, Mandorla e Margot. A guidarli ci pensa Lorenzo Fois, istruttore cinofilo e portavoce per il Triveneto dell’associazione «Sorriso a 4 zampe». Il progetto «L’obiettivo di questi incontri», spiega Fois, «è quello di insegnare ai bambini come interagire con gli animali allo scopo di imparare le regole comportamentali in modo ludico-ricreativo attraverso momenti di socialità».
I cani vengono inizialmente lasciati liberi all’interno delle aule e così girano tra i banchi, annusano e si fanno accarezzare in una sorta di ambientamento iniziale. Dopo aver preso confidenza con tutto ciò che li circonda, arriva il momento più atteso dai bambini che si predispongono seduti in cerchio a terra su un tappeto. Ed ecco quindi arrivare i cani e l’istruttore con i piccoli che li osservano felici e sorridenti prima di lanciarsi in carezze e coccole con i migliori amici dell’uomo.
Gli obiettivi La pet therapy non è certo una novità, ma di questi tempi si sta rivelando di grande utilità per aiutare i bambini più piccoli reduci dall’esperienza con la pandemia, che li ha cambiati, oltre a separarli e a renderli più soli e diffidenti. «Era un’idea che avevamo già prima del Covid», afferma la coordinatrice della scuola Lisa Mori, «ma siamo stati costretti a rinviarla. E, non appena si è presentata la possibilità, non ce la siamo lasciata sfuggire».
«I bambini», prosegue la coordinatrice, «dopo due anni di emergenza sanitaria manifestano una grande necessità di contatti, di tornare ad abbracciarsi e a sentire il calore umano. Anche tramite questa attività, soprattutto chi non ha un animale a casa, può superare meglio i traumi subiti».
L’esperienza Emblematico è il racconto che l’insegnante fa di un suo piccolo alunno, il quale, vedendo in televisione due persone abbracciarsi, ha esclamato rivolto alla mamma: «Ma non possono farlo». Un gesto normale, che fa parte della quotidianità specie tra i bambini, trasformato perciò dal virus in qualcosa di assolutamente vietato. «Sono i campanelli d’allarme», osserva Mori, «che ci lascia questa pandemia, ci auguriamo sia in via di risoluzione per poter tornare alla vita di due anni fa. In certi casi, c’è tanto lavoro da fare sui bambini, che per metà della loro vita hanno visto fuori casa solamente volti coperti dalle mascherine».
Per realizzare il progetto, costato 2.000 euro, è stato fondamentale il sostegno economico di tre aziende del territorio: Autotrasporti Migliorini, Edilmarket ed Uniform spa, che hanno sostenuto quasi metà del costo dell’iniziativa didattica. La Uniform, in particolare, da sempre è sensibile a sostenere iniziative sociali. «Diversi dei nostri dipendenti», sottolinea Elisa Fedrigo, responsabile marketing e comunicazione dell’azienda minerbese, «hanno i loro bambini in questa scuola, quando ci è stato proposto di contribuire lo abbiamo fatto volentieri, si tratta di un bel progetto che può dare tanto aiuto ai bambini». Soddisfatti dell’iniziativa sono anche il presidente della scuola, l’avvocato Davide Costantin, e la sua vice Lucia Perazzolo. «Ci auguriamo di riuscire a realizzare ancora progetti similari con il contributo delle tante aziende presenti a Minerbe e nei paesi limitrofi. Vedere i piccoli che rappresentano il nostro futuro così felici ed entusiasti, è sicuramente una cosa bellissima», assicura Costantin.

Articoli di rassegna correlati