Case di riposo padovane, positivi in oltre la metà delle strutture (23 su 38)
Il Mattino di Padova, 4 novembre 2020
PADOVA. Il solo ricordare che nella prima ondata di Covid 19 un terzo dei decessi dovuti all’infezione è avvenuto fra gli ospiti delle case di riposo, basta e avanza per far salire la preoccupazione – per molti mai sopita in verità – di un nuovo stillicidio di anziani.
Giovedì sono 23, sulle 38 complessive presenti sul territorio padovano, le case di riposo che registrano casi di contagio, fra ospiti e dipendenti. Le strutture sono certamente più preparate ad affrontare la sfida contro il coronavirus, forti della dolorosa ma “istruttiva” esperienza della prima ondata.
E tuttavia, se il tributo di vite che il Covid reclamerà nei prossimi mesi è una cronaca ancora tutta da scrivere, fra gli addetti ai lavori è di poca consolazione l’aver saputo affilare le armi in questi mesi: se tanta è la fiducia, altrettanta è la paura che la situazione possa sfuggire di mano da un momento all’altro.
Ad alimentare il serbatoio della paura sono sempre i numeri. Attualmente si registrano contagi da Covid 19 in 23 residenze per anziani della provincia di Padova sulle 38 presenti. Su otto delle 23 oltre a esserci contagi fra il personale, se ne registrano anche fra gli ospiti.
I positivi, complessivamente, hanno superato il centinaio. Cinque vittime e una sessantina di positivi sono i numeri che raccontano la gravità della situazione nel centro servizi Borgo Bassano di Cittadella. Il Covid 19 si è diffuso in una vera e propria escalation: si era partiti con quattordici persone contagiate, 12 ospiti e poi un medico e un infermiere, i 27 ottobre la prima vittima.
Nel frattempo il contagio ha continuato a camminare. Suona nuovamente l’allarme all’Alta Vita Ira: positivi undici ospiti (sei nella sede di Padova e uno in quella di Selvazzano) e dieci dipendenti – sei oss, un addetto alle pulizie, un manutentore, un addetto ai servizi generali e una operatrice del bar. Sempre in città, una situazione più tranquilla al Confligliachi, dove due ospiti che erano risultati positivi nelle scorse settimane si sono negativizzati e dove rimangono due operatori contagiati, scoperti grazie allo screening periodico che viene effettuato nelle Rsa. Tre ospiti positivi anche alla Galvan di Pontelongo.
La stessa casa di riposo registra anche un amministrativo e un oss positivi, oltre a due addette alle pulizie dipendenti di una cooperativa. E positiva è una addetta alle pulizie, sempre di una ditta esterna, che presta servizio nella casa di riposo di Piove di Sacco.
«Al momento la situazione è sotto controllo, ma lo dico sottovoce» il commento di Silvia Favero, direttore generale del Configliachi, «i nostri ospiti si sono negativizzati e abbiamo solo due dipendenti positivi. Purtroppo sappiamo che il quadro può cambiare da un giorno all’altro. L’attenzione deve rimane massima». «Non si può non essere preoccupati» il commento di Daniele Roccon, direttore generale della Galvan di Pontelongo e del Craup di Piove di Sacco, rispettivamente 90 e 220 ospiti.
«È poco rassicurante che in questa fase – come emergerebbe dalle analisi – il virus abbia una maggiore trasmissibilità a fronte di una minore letalità. Gli anziani, però, sono soggetti fragili e ci aspetta l’arrivo dell’influenza che ogni anno fa le sue vittime. Stiamo procedendo con i vaccini forniti dall’Usl Euganea sia sul personale che sugli ospiti: poter fare una diagnosi differenziata al sorgere dei primi sintomi, soprattutto sugli ospiti, sarebbe quanto mai importante».
Le visite dei familiari sono state sospese nelle case di riposo, dove l’unico contatto degli anziani con i loro cari viene di nuovo assicurato da telefonate e videochiamate. «Un altro aspetto da tenere in considerazione è la stanchezza fisica ma soprattutto psicologica del personale» aggiunge Roccon, «che da mesi lavora sotto una grande pressione».